Nasce alcuni anni fa per iniziativa dell’Assessore al ramo, concretizzata, poi, con delibera della Giunta comunale nr. 57 del 19.5.2005; è stato inaugurato il 7 giugno 2008 dal Ministro per i Rapporti con le Regioni, Dr. Raffaele Fitto alla presenza di autorità e rappresentanti locali.
Il Museo della Cultura contadina di Tiggiano raccoglie oggetti e utensili della tradizione popolare salentina, recuperando un ricco bagaglio culturale di conoscenze poco note ai più giovani, sopravvissute solo nella memoria dei più anziani che hanno passato un’esistenza spesso fatta di stenti, ma ricca di dignità.
Si prefigge un doppio obiettivo:
Riannodare i fili conduttori con il passato nella consapevolezza che lo sviluppo sociale ed economico della comunità non può prescindere dalla conoscenza delle tradizioni e dalla cultura locale;
Avviare un processo di sviluppo turistico che abbia come target un’utenza colta, lontana da quel turismo di massa e consumistico che va alla ricerca di itinerari culturali esclusivi associati alla riscoperta di una natura incontaminata e ritemprante, intesa come elemento di rigenerazione del corpo e della mente.Il museo della civiltà contadina trova il suo ambiente naturale nelle sale poste al piano terra del Palazzo Baronale del comune di Tiggiano, costruzione medievale realizzata dagli Angioini passata poi sotto la proprietà della famiglia Serafini Sauli che successivamente hanno acquisito il titolo baronale. Vi si accede dall’interno del cortile scoperto e occupa parte delle sale situate nell’ala destra rispetto all’atrio di accesso del palazzo; copre una superficie pari a circa 278 mq. La struttura dell’area museale consta di una saletta d’ingresso, dedicata ad una prima fase conoscitiva, alla lettura ed un’area espositiva suddivisa in due macroaree:
- La casa (in cui si ricrea l’ambiente domestico tipico della famiglia tiggianese della metà dell’800)
- Le botteghe (area dedicata alla selezione dei più significativi mestieri di un tempo)
La quasi totalità degli arredi sono realizzati in multistrato di betulla pitturati pitturati con vernici all’acqua, con tonalità chiare; la distribuzione degli elementi di arredo e delle attrezzature informatiche, necessarie al buon funzionamento del museo, segue un criterio funzionale tenendo conto degli aspetti estetici ed ergonomici e proponendo l’immagine di un museo accogliente, dinamico, luminoso ed interattivo.
A ridosso dell’ingresso principale è ubicata l’area dedicata alla reception e la direzione del museo, arredata in armonia con il resto del museo e dotata di attrezzature informatiche idonee a supportare la gestione tecnica ed amministrativa della struttura museale (PC, Stampante, etc.).
Venti gigantografie sono sistemate all’interno delle due macroaree, si tratta di fotografie che ritraggono momenti di vita contadina, le fasi di lavorazione degli antichi mestieri, l’immagine del Patrono S. Ippazio V. e M..
Le attrezzature informatiche ed elettroniche danno al museo la necessaria immagine moderna, 2 Megavideo in cui sono proiettati continuamente documentari storici ed interviste agli anziani della comunità, non manca la necessaria attrezzatura (videoproiettore, Notebook, schermo motorizzato, ecc.) per organizzare convegni e seminari di studio.